La plastica di India, Cina e Africa sta assediando i mari del mondo

L’attualità ci costringe ad affrontare molteplici sfide e tra queste quella ambientale si distingue per il grado di complessità che la caratterizza. Senza doversi allontanare dalla cronaca di questi giorni, l’imponente partecipazione alle manifestazioni Fridays for Future dimostra come la tematica sia sempre più parte della coscienza collettiva. In questo ambito, l’inquinamento da plastica in mare ne è una sfaccettatura molto importante che non può essere trascurata.

Plastic-free sembra oggi essere il mantra per una vita più sostenibile verso l’ambiente. La plastica, da sempre apprezzata per la sua leggerezza e versatilità, si è trasformata da preziosa alleata dell’umanità a nemico da combattere a tutti i costi per la salvezza del pianeta e, soprattutto, dei mari. Volendo essere plastic-free, dovremmo rinnegare allo stesso modo la scocca del computer che usiamo al lavoro, gli elementi in plastica nel telaio delle automobili e la cannuccia nei cocktail all’ora dell’aperitivo. La soluzione al problema è però ben distante da questo scenario, ma proviamo a fare un po’ di chiarezza.

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