È il momento di fare squadra, insieme

Noi giovani, nel profondo, ci sentiamo invincibili. La malattia e la morte colpiscono le persone anziane, ci diciamo, le persone deboli, mentre noi siamo forti, coraggiosi, intrepidi. Non abbiamo paura di niente perché, in fondo, siamo convinti di vivere per sempre.

Oggi, tuttavia, stiamo vivendo una realtà che non avremmo mai immaginato.

Complici esperti dai pareri ancora divisi fino a pochi giorni fa, una classe dirigente in permanente campagna elettorale e incapace di fare squadra e i media che per fame irresponsabile di like hanno gridato all’apocalisse troppe volte con modi, toni e conclusioni del tutto fuori luogo, ci siamo trovati a valutare da soli. Dunque, abbiamo concluso che fosse tutto normale: un’influenza, o poco più.

Oggi, a due settimane di distanza dal quel Paziente 1, i contagiati sono diverse migliaia, e con loro è cresciuta la percentuale di pazienti che necessita di cure intensive: posti letto, apparecchiature specialistiche e personale medico. Il nostro sistema sanitario, ai vertici globali per qualità ed efficacia, è sotto estrema pressione perché non studiato per rispondere ad una potenziale calamità di questa portata.

Per uscire da questa situazione, dobbiamo fare qualcosa di nuovo: dobbiamo accettare che non va tutto bene e dobbiamo imparare a fidarci.

 

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