Analizzare in modo olistico il fenomeno della partecipazione politica giovanile in Italia non può non tener conto dello scenario internazionale dell’Unione Europea (UE), poiché, nell’era della governance transnazionale, ciò risulterebbe anacronistico. Visualizzare lo spaccato italiano all’interno della cornice Europa è importante poiché ci consente di confrontare il nostro Paese con gli altri dell’Unione, così da osservare l’approccio dell’UE al coinvolgimento politico delle nuove generazioni.
A partire dal 2002, la Commissione Europea ha inaugurato la cosiddetta Youth Policy Strategy (attuata con la Risoluzione del Consiglio Europeo del 26 Novembre 2018), un ambizioso piano di riferimento per le politiche Europee rivolte ai giovani. L’iniziativa si ripromette di promuovere “(…) la partecipazione dei giovani nella vita democratica (….)” con il fine ultimo di sostenerne e garantirne l’impegno sociale e civico. Tale proposta mira ad un’ampia azione trasversale a 360°, la cui base poggia su tre pilastri cardine: “Mobilitare, collegare e responsabilizzare”. Diverse sono le modalità di implementazione, tra le quali “attività di apprendimento reciproco, il dialogo dell’UE con i giovani”, etc.
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