Imprenditoria Post-Covid

Premessa
Qual è il problema che si cerca di risolvere?

Obiettivo: Le imprese sono il cuore pulsante del tessuto economico-sociale: offrono beni e servizi, creano posti di lavori e migliorano il benessere generale. Sfortunatamente però, negli ultimi anni, in Italia il numero di nuove imprese è stato in costante calo.

Secondo Banca d’Italia, le cause del calo sono principalmente imputabili a tre fattori:

  1. Burocrazia;
  2. Pressione fiscale;
  3. Difficoltà di accesso ai capitali;

Inoltre, i sociologi hanno evidenziato una notevole avversione al rischio degli Italiani, che al fare impresa preferiscono “il posto fisso”.

Negli anni precedenti, il legislatore ha provato a risolvere il problema aggredendo le cause citate attraverso l’emanazione di leggi per alleggerire la burocrazia e il carico fiscale sulle neo-imprese e start-up innovative, come per esempio le agevolazioni fiscali per gli investimenti in start-up innovative (ex D.L. 34/2020), l’introduzione delle srls e il conseguente abbassamento del capitale sociale minimo richiesto per le srl (ex l. 99/2013). Tali misure sono risultate in un abbrivio iniziale ma, nel corso del 2019 e del 2020, hanno già smarrito la loro carica.

Il Team di Ricerca “Imprenditoria Post-Covid19” vuole offrire una nuova soluzione per stimolare la crescita di nuove imprese e aumentare la propensione alla creazione di nuove attività.

L’idea è quella di focalizzare gli sforzi sull’avversione al rischio, creando un laboratorio all’interno del quale i giovani talenti possano sviluppare in sicurezza prototipi d’impresa ed essere supportati nel processo da parte dello Stato e di privati, col fine di incentivare l’apertura di nuove realtà e mitigare la percezione del rischio.

Chi riguarda
Chi è interessato da questo problema?

Il problema imprenditoriale italiano colpisce tutte le parti sociali, i privati e il pubblico. Le aziende sono il motore della società e oggi anche della geopolitica, l’assenza di nuove aziende ha esternalità negative molto forti su tutta la nazione.

Implicazioni
Quali implicazioni ha questo problema?

Il problema imprenditoriale italiano riguarda giovani, adulti, anziani e il Sistema Paese nel complesso.

Infatti, nel caso in cui non fossimo in grado di assorbire nuove risorse lavorative attraverso nuove iniziative imprenditoriali, i giovani sarebbero costretti a spostarsi all’estero per ambire ad un futuro migliore - come già tristemente accade oggi. Infatti, secondo il Sole24Ore, in 10 anni l'Italia ha perso 250mila giovani (fonte).

Nel caso non fossimo in grado di riqualificare le forze già impiegate ma con competenze obsolete, il tasso di disoccupazione frizionale e strutturale lieviterebbe. Nel caso non fossimo in grado di garantire contributi sufficienti, il nostro già fragile sistema pensionistico collasserebbe. Già oggi, la spesa pensionistica italiana ha raggiunto livelli che sono incompatibili con un progresso sociale di lungo termine.

Inoltre, spesso e volentieri, le imprese non solo creano posti di lavoro ma costruiscono la ricchezza delle nazioni e sviluppano tecnologie che arricchiscono il tessuto sociale nelle quali si trovano. L’Italia, da paese sviluppato, non può non prendere seriamente il rischio di una obsolescenza tecnologica della sua industria, sempre più priva di campioni nazionali da una parte, sempre meno abile a far crescere nuove iniziative tecnologiche dall’altra.

Questa condizione porta in una spirale deflattiva del valore aggiunto medio delle imprese che si manifesta come maggiore pressione all’apertura di attività in settori stabili e a basso contenuto tecnologico/innovativo come il turismo, la ristorazione e l’accoglienza.

Estero
Ci sono esempi all'estero che potremmo prendere a riferimento?

Il problema imprenditoriale all'estero non è pienamente assimilabile a quello Italiano data la peculiarità dell’ecosistema italiano.

In ogni caso, per incentivare l’apertura di nuove imprese l’approccio predominante è quello di favorire l’accesso ai capitali ai neoimprenditori.

Esempi virtuosi sono quello della Francia con “Station F”, un incubatore finanziato soprattutto da privati e supportato dallo Stato francese, e il progetto “Start-up Nation Central” di Israele, finanziato dallo Stato israeliano attraverso il Ministero della Difesa.

 

Soluzione
Quale Soluzione si è costruito?

Perseguendo l’obiettivo di incentivare la nascita di nuove imprese, proponiamo l’istituzione di LABNIT, il LABoratorio Nazionale d’Impresa iTaliano:

L’obiettivo è invitare l’imprenditore a vivere per un periodo di tempo determinato all’interno di strutture che gli garantiscano un vitto e un alloggio, lasciando a lui l’unico obiettivo di focalizzarsi sulla sua iniziativa imprenditoriale.

 In particolare:

  • Attraverso concorso pubblico e internazionale, alle persone selezionate viene offerto un percorso di incubazione personale nonché vitto e diaria per un periodo dai 12 ai 36 mesi, con la finalità di costruire un’impresa.
    • All’interno di LABNIT, grazie al coinvolgimento di accademia e professionisti, viene insegnato lo skillset necessario all’imprenditore per navigare il mercato al fine di ridurre il rischio percepito dai potenziali neoimprenditori;
    • che, attraverso una forte sinergia tra pubblico e privati, possa favorire l’accesso al capitale per i nuovi imprenditori;
  • che grazie all’utilizzo dei giusti strumenti di tutela (e.g. brevetti, NdA) e di investimento (e.g. revenue sharing, convertible notes) possa garantire lo sviluppo di un ambiente sostenibile e appetibile per i neoimprenditori.

Crediamo che attraverso il supporto di grandi aziende e dello Stato, LABNIT possa incentivare i nostri talenti, troppo spesso costretti a spostarsi all’estero, a rimanere in Italia e creare nuove imprese con ambizioni di crescita e forte impatto sociale.

Prossimi passi
Quali sono i prossimi passi?

La seguente proposta deve essere supportata da una forte volontà politica e di visione, da studi approfonditi atti a identificare il luogo migliore per l’apertura di LABNIT -possibilmente in una zona connessa ma economicamente svantaggiata, il modello migliore di governance e la sostenibilità finanziaria al fine di sviluppare un ecosistema all’interno del quale gli incentivi degli stakeholders pubblici e privati siano allineati con quelli dei neoimprenditori.

Ci auspichiamo possano esserci diversi LABNIT con specializzazioni verticali, in diverse regioni del Paese.

 

Dossier
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Team

Team Leader: Filippo Morini

Referente Ricerca e Sviluppo: Vittorio Dini